Il nucleo antico della città di Termoli sorge sulla sommità di un promontorio che si protende quasi a picco sul mare Adriatico. Il borgo Vecchio si presenta come un’affascinante cittadella fortificata, caratterizzata da piazzette e vicoli molto caratteristici; tra questi si evidenza Vico Il Castello (la rejecélle, in termolese), uno dei più stretti d’Europa. Camminare per i vicoli del Borgo vecchio è straordinariamente suggestivo e coinvolgente. Sono cunicoli che fendono le vecchie case e si addentrano fra esse quasi a ferirle nel loro silenzio centenario, sono una sorta di piccoli labirinti che nascondono le storie di antiche, innumerevoli generazioni. Pavimenti di lastre lapidee e di ciottoli di fiume, muri di malta ed arenaria logorati dal vento di maestrale e consumati dalla salsedine di mille tempeste. Guardando tra le viuzze in più punti si può godere della splendida vista del porto, del mare. Dal muraglione si può ammirare la spiaggia di Sant’Antonio e tutta la costa fino al faro di punta Penna a Vasto (Abruzzo) e nelle giornate più limpide è sovente vedere la maestosità delle montagne innevate del vicino Abruzzo (Maiella), a nord e del promontorio del Gargano e delle Isole Tremiti, a sud. E senti il profumo del mare, aspro e prepotente che ti prevale le narici, il rumore della risacca sugli scogli sotto il bastione del Castello. Non di rado si possono incontrare pescatori che, con la maestria di una ricamatrice, aggiustano le reti da pesca. E tra i vicoli aleggia il profumo delle pietanze cucinate a regola d’arte dalle donne del borgo. Pietanze povere a base di pesce e pasta fatta in casa che rappresentano la cucina tipica termolese riprodotte fedelmente dai ristoranti presenti in città. Il borgo vecchio, oltre che ai ristoranti tipici, pizzerie, bar, gelaterie, offre una particolare proposta di soggiorno rappresentata da B&B, Locande e Alberghi diffusi.
E’ il simbolo della città. Il Castello Svevo di Termoli rappresenta l’edificio difensivo più rappresentativo dell’intera costa molisana. Costruito probabilmente in epoca normanna intorno all’XI secolo, nel luogo di un preesistente torrione di epoca longobarda. Fu ristrutturato nel 1247 da Federico II, da qui l’appellativo di “Svevo”. E’ costituito da due corpi edilizi ben conservati a forma di tronco di piramide: il primo è più ampio ed agli angoli presenta torrette cilindriche che si elevano direttamente dalla cortina difensiva; il secondo corpo, una torre parallelepipeda, parte dall’apice di quest’ultimo e svetta in altezza. La porta era difesa da un ponte levatoio. Il terremoto del 1456 causò al castello di Termoli notevoli danni, tali che Ferdinando I d’Aragona ne dovette prevedere la ricostruzione. La costruzione subì allora diverse modifiche, adattandosi alle nuove tecniche di costruzione ed esigenze da guerra. Il Castello era difeso da una robusta cinta muraria nella quale erano inserite le Torri cilindriche; di queste perfettamente conservata, è quella che anticipa l’arcata d’ingresso al borgo. Durante il periodo borbonico l’edificio fu in parte adibito a carcere e dal 1885 fu annoverato tra i monumenti nazionali e designato come museo storico regionale. I recenti restauri hanno portato alla luce tracce d’impianti idraulici, gallerie di servizi ed altri elementi architettonici con funzioni militari che facevano del castello il perno centrale di un efficiente sistema di difesa dell’intera cittadina. Oggi alcuni ambienti sono adibiti a Galleria Comunale d’Arte e usati per convegni e manifestazioni, oltre che ad essere, nella parte più alta, una stazione metereologica dell’Aereonautica militare. Il 15 Agosto di ogni anno si svolge la suggestiva manifestazione dell’incendio del castello, a rievocare l’assalto subito dai Turchi, così nell’incantevole cornice del Borgo Vecchio l’edificio s’illumina a giorno di fuochi e colori.
La Chiesa Cattedrale, dedicata a Santa Maria della Purificazione, si trova nel cuore del Borgo Vecchio, nel luogo dell’insediamento urbano più antico, come testimoniano alcuni reperti archeologici risalenti all’età del bronzo, circondata da case basse in una piazza quadrata dalla quale in più punti si può godere della splendida vista del porto, del mare, e delle montagne del vicino Abruzzo (Maiella). La prima costruzione sorge, verosimilmente su rovine di un antico edificio pagano di cui però non ci sono tracce. Ci sono, invece, tracce evidenti, quali il giro delle tre absidi e il mosaico pavimentale, di un edificio religioso preesistente a quello attuale e già Cattedrale, dedicata a S. Maria della Purificazione. Durante il sec. XII, due terremoti compromisero gravemente la Chiesa “mosaicata” e si decise quindi la costruzione di un nuovo tempio. La Cattedrale è suddivisa in tre navate da pilastri cruciformi e presenta una copertura a capriate nella navata centrale e volte a crociera in quelle laterali. Nel corso dei secoli la Cattedrale subì calamità naturali e saccheggi che la devastarono notevolmente. A metà del XVIII secolo l’interno subì una trasformazione barocca da cui fu liberata negli anni trenta, quando vennero alla luce i mosaici pavimentali e i resti delle absidi dell’edificio religioso preesistente. Con i recenti interventi di restauro sono venute alla luce altre parti del mosaico pavimentale e un’ampia area cimiteriale sotto i locali della sagrestia, risalente al IX secolo negli strati più antichi. Il 31 dicembre 1761 nella cripta della Cattedrale furono rinvenute le ossa di S. Basso, patrono di Termoli; mentre, nel maggio del 1945 vi furono rinvenute quelle di S. Timoteo, discepolo di S. Paolo, nonché quelle di alcuni vescovi.
Affiancata alla Cattedrale vi è la Chiesa di Sant’Anna. Alcune testimonianze riferiscono che la Chiesa di S. Rocco (come era definita in origine) era un oratorio dove alcuni fedeli, forse associati in una confraternita dei defunti, si riunivano per recitare l’ufficio della Madonna e dei defunti. I confraterni avevano il compito di accompagnare i defunti in processione durante il corteo funebre e li elogiavano. Non risultano però statuti che regolano l’associazione. Fu quasi interamente distrutta da un vento furioso che fece cadere la parte superiore della facciata, il 20 novembre del 1763, durante l’episcopato di mons. Tommaso Giannelli e successivamente ristrutturata.
Erano distribuite tutt’attorno alle mura del Borgo vecchio, ma sei di esse sono scomparse. La penultima è caduta nel 1805 in seguito al terremoto che distrusse buona parte del Molise. L’ultima ancora in piedi è posta difronte all’arco d’ingresso dell’antico borgo. Le Torricelle, furono edificate da Re Tancredi a compimento delle fortificazioni della città, tra due di queste torrette c’era il ponte levatoio con un fossato detto “Ruscello Prentaglione” perché riceveva le mareggiate dalle spiagge di San Pietro alla via del porto e di Sant’Antonio dalla parte opposta. Erano torrette di grande leggiadria, che stemperavano la pesantezza delle grosse e spesse mura di cinta, entro le quali le sentinelle erano, notte e giorno, di guardia contro le scorrerie dei saraceni. E’ interessante visitare l’interno dell’ultima torricella rimasta, dentro la quale si trova la “memoria storica” di Termoli.
Termoli può vantare il primato di avere il vicolo più stretto d’Italia: “A Rejecelle”. È larga 41 centimetri e lunga appena 7,88 metri la caratteristica viuccia sita nel cuore di Termoli che tanto affascina i turisti.
Il trabucco (nelle varianti abruzzesi e molisane detto anche trabocco, bilancia o travocco) è un’antica, imponente ed ingegnosa macchina per la pesca a vista, tipica delle coste abruzzesi, molisane e garganiche, realizzata in legno strutturale che consta di una piattaforma protesa sul mare ancorata alla roccia da grossi tronchi di pino d’Aleppo, dalla quale si allungano, sospesi a qualche metro dall’acqua, due (o più) lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un’enorme rete a maglie strette detta trabocchetto. A Termoli, punteggiavano la costa dalla spiaggia di Sant’Antonio fino alla foce del Fiume Biferno. L’aerea sottostante le mura di cinta del Borgo Vecchio è stata riqualificata trasformandola nella “Passeggiata dei Trabucchi” dove si possono ammirare spettacolari tramonti nelle calde serate estive. Termoli, fino al 2015 ne contava ben 4 (uno al porto e tre sul versante nord/nord-est di cui uno in costruzione) ma, in una notte di fine novembre la forza del mare e dei venti in una violenta burrasca ne hanno spazzati via ben due lasciando eroicamente sopravvissuto il trabucco Celestino.
Al centro della piazza Vittorio Veneto, inaugurata nell’Agosto 1926, vi è il monumento ai Caduti realizzato dallo scultore molisano Enzo Pucchetti. Nella Piazza Monumento, come viene chiamata, nel 1932 fu realizzato l’edificio scolastico Principe di Piemonte, restaurato nello stile dell’epoca. La piazza è il salotto di Termoli fin dalla sua realizzazione, il punto d’incontro dei termolesi e degli ospiti che, unitamente al Corso Nazionale, è per antonomasia luogo dedicato allo “strùscio” (passeggiata domenicale o serale in cittadine di provincia.) Nel 2015, insieme al Corso Nazionale, ha subito un radicale restyling con uno stile decisamente più moderno e divenuta Zona Pedonale.
Discendendo dal Corso Nazionale, sulla sinistra c’è il vero belvedere di Termoli: Piazza Sant’Antonio. Dalla balaustra si può ammirare un panorama mozzafiato che dal Borgo vecchio spazia sul mare Adriatico a perdita d’occhio fino ad arrivare a scorgere Vasto, il faro di Punta Penna e verso l’interno le cime della Maiella. In piazza Sant’Antonio ha sede una fontana realizzata nel 1949 dallo scultore Renato Beretta. La statua si compone di due gruppi, in quello sottostante sono presenti due bassorilievi raffiguranti pesci e creature marine. In quello superiore emerge la figura di un giovane che domina quattro lunghi pesci. Nella piazza vi ha sede la Galleria Civica.
Il porto di Termoli, unico nel Molise, è oggi porto pescherecci, passeggieri, industriale, commerciale e da diporto, è inoltre l’unico porto collegato tutto l’anno con le Isole Tremiti. Accoglie le navi passeggeri dirette alle Isole Tremiti: grazie alla sua favorevole posizione geografica da qui si può raggiungere l’arcipelago più velocemente rispetto a ogni altro scalo portuale. Nel corso dell’anno, data la vastità dell’area e la vicinanza del centro cittadino, il porto è utilizzato anche per le feste di piazza, come la tradizionale “Sagra del Pesce” (goloso appuntamento, che si svolge a fine agosto a chiusura dell’estate termolese, permette ai numerosi turisti e ai cittadini di degustare il pesce appena pescato in deroga al fermo biologico), e per i concerti. Inoltre, caratteristico è il rientro dei pescherecci dove, in piena notte si può assistere allo sbarco del pescato che viene trasportato al mercato ittico, presente in porto, dove le cassette di pesce vengono “battute all’asta” per determinarne il prezzo.
Adiacente al molo sud del porto di Termoli, in posizione ottimale e riparata dai venti vi è la nuova e attrezzata darsena turistica “MARINA DI SAN PIETRO” con bar e ristorante che ospita imbarcazioni da diporto per 300 posti barca, noleggio natanti e biciclette.
Nella città di Termoli s’incrociano il parallelo 42° (gradi) Nord e il meridiano 15° (gradi) Est. Quest’ultimo è il meridiano centrale del fuso orario (UTC+1 o Central European Time) di Berlino, Parigi e Roma (Europa centro-occidentale) che di fatto determina l’ora del fuso stesso (chiamata infatti l’ora di Termoli). Il meridiano è denominato Termoli-Etna e questo fa della città adriatica una “Greenwich” italiana. L’incrocio tra le due linee immaginarie avviene sulla spiaggia di Rio Vivo o più precisamente presso la marina di San Pietro, a pochi passi dal luogo, dove fino a poco tempo fa era situato un trabucco in disuso (Trabucco di Bricche) e dove il 30 ottobre 2013 è stato eretto un monumento denominato “IL SOGNO” ad indicarne il punto esatto. I calcoli più datati situavano invece il punto d’incrocio in corrispondenza di un’antica torretta semi-distrutta che si trova sempre sulla strada di Rio Vivo. Il 42° parallelo Nord, invece, è un parallelo situato a 42 gradi nord di latitudine rispetto al piano equatoriale della Terra. La lunghezza di un arco di un grado di longitudine è di 82,851 km. Partendo dal meridiano zero e dirigendosi ad est, il 42º parallelo Nord attraversa i seguenti paesi e mari: Spagna, Mar Mediterraneo, Francia, Corsica, Mar Mediterraneo, Mar Tirreno, Italia, Mar Adriatico, Montenegro, Albania, Kosovo, Macedonia, Bulgaria, Turchia, Mar Nero, Geogia, Russia, Mar Caspio, Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Cina, Mongolia, Corea del Nord, Mar del Giappone, Giappone, Oceano Pacifico, Stati Uniti, Lago Michigan, Lago Erie, Canada, Oceano Atlantico, Portogallo
E’ il polmone verde della città. Il parco comunale di Termoli, o meglio PARCO PUBBLICO GIROLAMO LA PENNA, intitolare all’Onorevole ex Sindaco e Parlamentare DC che ne volle fortemente la sua realizzazione nell’autunno del 1962. Il parco è suddiviso in quattro zone: 1) bambini (giochi e relax); 2) giovani e attività sportive (campi da tennis, di pallacanestro, pallavolo, minigolf, due piscine); 3) teatro all’aperto (una cavea con 2.200 posti), 4) verde (giardino tropicale, giardino all’italiana e un boschetto e laghetto centrale). All’epoca, soldi però non ce n’erano per cominciare i lavori, ed ecco che l’onorevole La Penna, allora all’apice della popolarità e del consenso politico (li conserverà a lungo), escogitò di rivolgere un appello alle forze produttive locali perché contribuissero gratuitamente, con le loro specifiche competenze e possibilità, alla realizzazione del parco. Il “miracolo” avvenne, ed è così che mentre le ditte di movimento terra spianavano, sbancavano, ammucchiano terra, quelle di costruzione offrivano mattoni, cemento e manodopera. Mentre i carrettieri trasportavano gratis sabbia e residui di disboscamenti e demolizioni, il sorvegliante delle Ferrovie forniva centinaia di traversine ferroviarie dismesse. Altrettanto fecero i giardinieri volontari e la Forestale nel fornire manodopera specializzata e piantine per la creazione del verde. Insomma, una mobilitazione senza precedenti, generosa e larga. Un successo politico, ma anche pratico, che va riconosciuto all’On. La Penna. Nell’Agosto 1969 vi fu l’apertura al pubblico (per la sola parte a giardino). Nel 1984 il Teatro verde, l’opera forse più significativa ed imponente del parco e via via fino al 1994 con la realizzazione del campo da tennis indoor. Lungo quest’arco di tempo il parco fu ulteriormente arricchito da sculture di validi artisti quali Rita Racchi, Riccardo Meli, Marcolino Gandini, Enrico Sirello, Antonio De Felice.
LA MADONNA A LUNGO Per i termolesi esiste una seconda scampagnata che da secoli si fa il giorno dopo il lunedì dell’Angelo. Si tratta della festa della “Madonna a lungo” e, per tradizione, ci si reca a piedi fino alla chiesetta di Santa Maria di Valentino, detta anche Santa Maria della Vittoria, sulla strada che da Termoli porta a San Giacomo degli Schiavoni e Guglionesi. Le origini di questa scampagnata sono fatte risalire al 1566 quando i turchi guidati da Piyali Pashà invasero il Borgo antico e i pescatori fuggirono nelle campagne dell’entroterra. Si ha testimonianza della “Madonna a lungo” negli scritti di un monaco predicatore, Agostino Razzi che scrisse: “Alli 9 di Aprile 1577, terzo giorno di Pasqua, andai a predicare alla chiesa di Santa Maria di Valentino, altrimenti detta Santa Maria longa ove ciasched’un anno in cotal dì concorre assai popolo, non solamente di Termoli, ma ancora d’altre terre vicine viene in particolare milizia di Termoli cò tamburo, bandiere et ordinanza militare. E poscia nel ritorno combattono la città dalla parte di terra, c’ò assai piacevole spettacolo difendendola di dentro da un’altra mano di giovani in abito turchesco, c’ò insigne e tamburi dell’una parte e dell’altra”. Oggi si continua ad andare alla “Madonna a lungo” e gruppi di ragazzi arrivano fino al sagrato della chiesetta con motorini e biciclette. Intere comitive trascorrono la mattinata sui campi circostanti giocando, ascoltando musica e facendo pic-nic. Il viale che porta alla chiesa è pieno di bancarelle e a far da padroni sono i banchetti che preparano panini e vendono bibite. Tra i venditori ambulanti della “Madonna a lungo” è possibile trovare chi vende due vere specialità tipiche della cultura gastronomica molisana; si tratta della pampanella e della scapece.
San Basso è il Patrono di Termoli, il 3 e 4 Agosto ricorrono i festeggiamenti, anche se in realtà la festività liturgica ricade il 5 del mese di Dicembre. Il momento centrale dei festeggiamenti è legato al mare e alle barche; la processione a mare della statua del Santo vestito dei paramenti pontificali. Questa celebrazione è preceduta dal gesto rituale del sorteggio della barca che avrà l’onore di ospitare la statua, il vescovo e il clero, le autorità civili e militari della città e della regione. Il sorteggio della barca si svolge almeno due settimane prima della festa in pubblica assemblea di tutti gli armatori e marinai, nella piazza della cattedrale, davanti al Vescovo, al sindaco, al capitolo. La modalità è antica, tradizionale: si fa l’appello di tutte le barche della flottiglia termolese. Vengono messi in un’urna i loro nomi, insieme con due biglietti inneggianti a San Basso. Comincia il sorteggio. Il Vescovo e il sindaco, a turno, leggono i nomi delle barche man mano che vengono estratti dall’urna. La barca estratta dopo il primo biglietto inneggiante al santo è quella prescelta. Le altre due che seguono nel sorteggio avranno il compito di affiancarla nel percorso marittimo e di ospitare a bordo le autorità e la banda. Le barche in porto vengono allestite a festa in particolar modo quella che ospiterà San Basso. La statua di San Basso, di buon mattino, partendo dalla Cattedrale nel Paese vecchio, scende verso il porto portata a spalla preceduta dal Vescovo col Capitolo della Cattedrale e seguita da una folla di termolesi, disordinata e chiassosa. Perché questa processione non è compunta e silenziosa come quella del giorno dopo, ma allegra e spensierata dipende dal fatto che San Basso va per mare e sul mare, sul molo e sui pescherecci si fa festa. Una processione di barche, barchette e natanti prendono il largo tra urla di sirene e marce suonate dalla banda, e procede fino al Lido di Campomarino a sud e fino al Lido di Montenero a nord. Nel frattempo a bordo si allestiscono rinfreschi con cibo e bevande mentre i pescatori e le loro famiglie fanno gli onori di casa ai numerosi ospiti dei pescherecci. Poi San Basso rientra in porto e lì resta a bordo del peschereccio fino all’imbrunire quando viene portato nei pressi del mercato ittico dove rimarrà fino al giorno dopo vegliato per tutta la notte. Il giorno successivo, all’alba viene celebrata la santa messa in onore del Santo presso il Mercato Ittico dopo di che il Santo farà ritorno in cattedrale. E’ curioso come il ritrovamento delle spoglie di San Timoteo, discepolo di San Paolo, nella cripta della cattedrale non abbia assolutamente intaccato la fama di San Basso.
SAN TIMOTEO, discepolo dell’apostolo Paolo. Oltre a quelle di S. Basso, nella Cattedrale di Termoli sono custodite le reliquie di S. Timoteo. Non ci sono dubbi circa la loro autenticità né rivendicazioni da parte di nessun’altra Chiesa. Da più di sette secoli la Chiesa di Termoli onora S. Timoteo e venera la reliquia del teschio contenuta in un reliquiario di età crociata, conservato da sempre nel palazzo vescovile. Nel periodo di vescovado di Mons. Oddo Bernacchia, il giorno 11 maggio del 1945, fu scoperto un piccolo loculo durante lavori di sistemazione della cosiddetta cripta. Il loculo era addossato all’abside destra della Cattedrale, coperto da una lapide di marmo; ribaltata la lapide sul suo lato inferiore, c’era la seguente iscrizione in latino: “Nel nome di Cristo. Amen. Nell’anno del Signore 1239. Qui riposa il corpo del Beato Timoteo discepolo del Beato Apostolo Paolo, nascosto dal venerabile Vescovo Stefano insieme col Capitolo di Termoli”. Studi e ricerche, nonché il parere autorevole della commissione storica della S. Congregazione dei Riti, riconobbero come autentiche le reliquie di S. Timoteo. Di Timoteo conosciamo la vita dalle stesse fonti che raccontano quella di S. Paolo: gli Atti degli Apostoli e le stesse lettere di Paolo. Fu discepolo di San Paolo che lo chiama “figlio mio carissimo e fedele nel Signore”, di cui loda il disinteresse e lo spirito di sacrificio nel seguirlo e di cui ricorda con commozione le lacrime con cui lo ha salutato l’ultima volta. Altre notizie su Timoteo sono disponibili alle pagg. 328-336 del volume di A. Ferrua La civiltà cattolica del 1947.
La Sagra del Pesce si svolge tutti gli anni a fine Agosto, precisamente il penultimo sabato del mese. Un appuntamento gastronomico golosissimo. In deroga al fermo biologico della pesca, vengono autorizzati alcuni pescherecchi della flottiglia termolese a pescare il pesce che verrà fritto e servito caldo e croccante ai turisti e cittadini. La Sagra del Pesce viene anticipata dalla “Pre Sagra” il giorno precedente (venerdì) dove vengono cucinati piatti della tradizione termolese da uno staff composto dalle famiglie dei pescatori. Una manifestazione a conclusione dell’estate termolese che attira migliaia di persone anche dalle regioni limitrofe che si conclude con musica e uno spettacolo di fuochi pirotecnici.
Il 15 Agosto di ogni anno si svolge la suggestiva manifestazione dell’incendio del castello nell’incantevole cornice del Borgo Antico. L’edificio s’illumina a giorno di fuochi e colori rievocando così il famoso saccheggio del 1566 per opera degli ottomani con a capo il leggendario Piyali Pascià.